LA CHIESA
Uno spazioso atrio ed un pronao precedono la chiesa. Ai lati dell’ingresso due archi sormontati da oculi. Sulla desta una cappelluccia, costruita nel 1837, come si ricavava da un disegno, realizzato su maioliche, rappresentante un Miracolo di S.Efebo. Il manufatto fu rubato nel 1989 e sostituito con una moderna statua della Madonna. Sulla facciata della chiesa cinque ovali maiolicati che raffigurano l’Assunzione della Madonna, San Giuseppe della Leonessa, san Francesco d’Assisi, il Beato Angelo d’Acri e San Felice da Cantalice.
La chiesa, strutturata con molta semplicità, presenta una navata centrale, il presbiterio e sei cappelle laterali. Ben poco rimane degli antichi ornamenti per il saccheggio subito durante la soppressione e l’umidità del luogo. Il pavimento della navata e delle cappelle , intorno al 1850, fu realizzato da Tommaso Bruno e sostituì quello di Cristofaro Barberio del 1776, di cui rimane solo il disegno al centro della chiesa. Quello settecentesco del presbiterio fu sostituito negli anni passati con un pavimento bianco di nessun pregio e contrastante con quanto si ammira in chiesa.
Il Presbiterio.
Degno di nota è l’altare maggiore realizzato dal marmoraro Michele Salemme nel 1773. Esso conserva ancora ornamenti di marmo dell’altare antico e la porticina del tabernacolo, opera seicentesca del frate cesellatore Giovan Battista da Napoli. Al centro del paliotto si nota un’urna contenente i resti dei tre Santi cui è dedicata la chiesa. In alto, il dipinto di grandi dimensioni con le figure dei tre Santi, opera del Solimena o di suo allievo, eseguito intorno al 1735. Alle pareti laterali i quadri raffiguranti il Transito di San Giuseppe ela Natività. Inalto in direzione dell’altare maggiore si ammira la statua lignea della Vergine dei Sacri Cuori, comunemente detta la Madonna del Brasile, giunta a Napoli, proveniente dalla nazione carioca, nel 1828 ed accolta nel convento di Sant’Eframo Nuovo. Essa , con altre statue lignee, fu assegnata al convento di Sant’Eframo Vecchio, all’inizio del secolo XX. Di discreta fattura sorregge tra le braccia il Bambino Gesù benedicente. Nella volta della navata San Francesco che per umiltà rinunzia al sacerdozio.
Le Cappelle.
In due di esse si notano un Crocifisso ligneo di ottima fattura e un quadro di mano scadente con la storia di Santa Margherita Maria Alacoque ; nelle altre quattro, statue lignee settecentesche di ottima fattura, raffiguranti San Francesco d’Assisi, Sant’Antonio da Padova, Sant’Anna e l’Immacolata. Nella cappella del Crocifisso, la scultura della Madonna della Neve che parlava al Beato Geremia di Valachia ed una lapide che ricorda i cappuccini morti durante la peste del 1656.
La Sacrestia.
Fu costruita nel 1727 come si evince dalla data posta sulla base di un bellissimo armadio di noce, utilizzato dai frati per riporvi i paramenti sacri. Tutti i mobili, forse, furono opera di frati che da laici erano stati ottimi artisti dell’intaglio. Al centro dell’armadio più ampio vi è una tela attribuita a Nicola Maria Rossi, rappresentantela Madonnacon il Bambino e San Giovannino.
(a cura di Eduardo Nappi)
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