LA BIBLIOTECA
Nello scrivere la storia di una biblioteca plurisecolare bisognerebbe tener presente il contesto umano e culturale in cui essa si è sviluppata.
La storia di una biblioteca in genere si identifica con quei manufatti cartacei che si chiamano libri, invece si potrebbe dire che una biblioteca sia il conservatorio delle anime sagge, dove non si respira solo la polvere dei secoli, ma dove si percepisce il pensare degli uomini, la ricerca del vero e definirla antica rafforza la sua storicità.
Oggi, la Biblioteca Laurenziana (così denominata da Padre Rubinacci) è poco più di un nome. Non basta essere quantitativamente molto pubblicizzata né possedere molti volumi per attribuirle il titolo di biblioteca d’importanza.
È vero, però, una certa notorietà serve a rafforzare e a qualificare il contributo che essa offre alla vita interiore di un ambiente civile.
La Biblioteca Laurenziana è un’istituzione di diritto ecclesiastico, emanazione diretta dell’Ente Morale ” Provincia di Napoli di Frati Minori Cappuccini”, da cui dipende in tutto e per tutto per gli aspetti giuridici, dirigenziali, amministrativi ed economici. Questo Ordine venne fondato il 1528, nel tentativo di riformare i due Ordini Francescani risalenti al tempo di S. Francesco: i Frati Minori Osservanti e i Frati Minori conventuali.
La struttura architettonica della Biblioteca è inserita nel complesso conventuale di S. Eframo Vecchio.
Le sue origini, immediate risalgono al 1968, quando per la prima volta si riuscì a darle un corpo consistente e un progetto.
Alcuni frati delle varie province della Campania decisero unanimi l’istituzione di una grande biblioteca in questo convento, in ideale continuazione con quella esistente nel Convento di S. Eframo Nuovo, detto “della (Immacolata) Concezione” andata miseramente dispersa. Una prima biblioteca del Convento venne inaugurata nel 1626 grazie a un intelligente mecenate: G.B. Centurione, che raccolse e fece raccogliere dei libri rari, regalati poi ai frati. Questi volumi furono continuamente integrati e valorizzati a causa di perdite subite negli anni. A costruire il patrimonio librario contribuirono due fonti: la cospicua biblioteca personale lasciata nel Convento di Nocera da Padre B. Guerra e i volumi preziosi sparsi nelle biblioteche dei dodici Conventi di Napoli. La biblioteca Laurenziana all’inizio fu indicata come ”Biblioteca Centrale”, perché doveva servire da polo di rivitalizzazione per le biblioteche cappuccine distaccate, che avrebbero dovuto arricchirsi e funzionare sotto la responsabilità e il coordinamento di quello di S. Eframo.
Negli anni successivi, fino al 1947, si lavorò al progetto con forte impegno, tanto che il nucleo germinale della biblioteca occupò quattro sale, disposte in due luoghi differenti nello stesso edificio.
Poi si ebbe una battuta di arresto per dodici anni. È solo grazie alla saggezza e alla sensibilità religiosa e culturale di P. Gianbattista Rubinacci che questo progetto rinasce, sostenuto da P. Francesco Saverio Toppi e da P. Fiorenzo Mastroianni. Iniziò così l’attività di aggiornamento che permise alla biblioteca di uscire dai confini di una biblioteca di conservazione e di aprirsi con energia all’informazione e al contatto con il mondo culturale, anche laico. Tale biblioteca doveva diventare un centro di irradiazione culturale all’insegna dell’umanesimo cristiano.
Finalmente nel 1973 la biblioteca esce dallo stato germinale e comincia a crescere come istituzione.
Il resto è storia recentissima, che si confonde con la cronaca: da un lato ci sono gli sforzi di alcuni fedeli che vedono il libro come mezzo educativo e formativo, dall’altro, invece, ci sono gli scettici, quelli che pongono resistenze e ,infine, i dubbi. I frati che hanno dato vita a questa biblioteca volevano che essa fosse non solo la custode dell’antico, ma anche la raccoglitrice dell’attuale, del contemporaneo, della storia, delle esperienze, dei pensieri, della vita tipicamente cappuccina. Però gli eventi successivi non furono pari agli ideali e alle aspettative iniziali, questo spiega i limiti e le carenze di cui soffre ancora la biblioteca.
(tratto da “ Gli Incunaboli della Biblioteca Provinciale Laurenziana dei Cappuccini di Napoli” di Antonella Gambardella e Pierluigi Cacciapuoti).
La biblioteca contiene ca. 90.000 volumi, in gran parte antichi. Le sezioni moderne contengono:
opere di consultazione (enciclopedie e dizionari);
periodici;
pubblicazioni scientifiche di molte discipline(storia, geografia, filosofia, scienze, sociologia, letteratura, linguistica, arte), in particolare delle scienze religiose.
Per contatti:
Biblioteca Provinciale Laurenziana
telfax:081/7519427
aperta al pubblico: lun-ven 8.00-14.00